26 ottobre 2021

Carolina Gianardi: “Gender gap? Da singole misure standalone ad un piano strutturale pluriennale”



Laureata in Economia Aziendale e con un Master in Corporate Finance in Bocconi, Carolina vanta una lunga esperienza lavorativa in Italia e all’estero nella divisione dei servizi finanziari del Gruppo General Electric, prima come responsabile pianificazione finanziaria e poi CFO, fino a diventare Direttore Commerciale e Marketing e infine Responsabile della Divisione Consumer.

Nel 2008 entra in Poste Italiane prima in Bancoposta, poi nella rete commerciale Corporate e Pubblica Amministrazione; diventa quindi Responsabile del Marketing Strategico ed infine del Customer e Innovation HUB del Gruppo. Oggi è Vice Presidente e General Manager della divisione Global Commercial Service di American Express Italia, nonché membro del Consiglio Direttivo di Italian Angels for Growth.

In questa intervista scopriremo il suo background, la sua passione per il mondo dell’innovazione con un focus sul tema della parità di genere.

Qual è il tuo background?

Sono una spezzina che negli ultimi 30 anni si è divisa tra Milano, Mondovì, Kettering (Ohio, US), Roma. Nasco professionalmente in ruoli di finanza che nel corso del tempo si sono sempre più spostati verso il business, prevalentemente nel settore dei financial services e insurance. Negli ultimi anni ho progressivamente affiancato alla vita come manager di grandi aziende, quella di angel investor e quella di sostenitrice di iniziative a supporto dello sviluppo professionale femminile.

Perché hai scelto di far parte di IAG?

Nel 2014 ho fatto il mio primo investimento in una startup Edutech, in anticipo rispetto all’interesse negli ultimi anni per il settore. Si è trattato di una esperienza più vicina all’approccio Family & Friends che a quello dell’Angel Investing. Questo, insieme al fatto di venire da una famiglia di imprenditori, credo abbia fatto scattare la voglia di dedicarmi ai temi dell’innovazione e delle startup in maniera più continuativa ma anche strutturata e siccome alcuni professioniste/amiche stimate erano già socie di IAG ho approfondito e quindi deciso di diventare socia. Tra le altre cose ho avuto l’opportunità di far parte del comitato screening ed attualmente di essere consigliera di una realtà di primaria importanza nel panorama del venture capital italiano in continua evoluzione e crescita.


Cosa apprezzi di più dei servizi offerti dalla vita associativa IAG?

Si tratta di un network di professionisti di grande valore impegnati in settori molti diversi con i quali è possibile confrontarsi non solo in merito alla vita associativa ma anche a tematiche di business di più ampio respiro. Oltre alla possibilità di partecipare alle attività di screening che consentono di avere una vista continuamente aggiornata sui temi dell’innovazione, l’associazione fornisce opportunità di continua formazione ed aggiornamento. Apprezzo in modo particolare il lavoro svolto negli ultimi anni per creare partnership con realtà territoriali o settoriali che sostengono il tessuto imprenditoriale italiano.

La tua è una storia di successi professionali. Oltre ad essere appassionata di startup, sei fondatrice e presidente di un’associazione no profit a sostegno dello sviluppo professionale femminile (PWN Rome). Il covid ha messo ancora più in luce le difficoltà che incontrano le donne nel mondo del lavoro. Quali iniziative concrete sono già state realizzate a livello nazionale e quali secondo te sono necessarie per supportare le donne professionalmente?

Dopo PWN Rome, con la volontà di invertire i decennali trend negativi del paese sui temi della occupazione e rappresentanza femminile, abbiamo costituito #InclusioneDonna, una alleanza di oltre 60 associazioni che rappresenta oltre 50k donne. Da 3 anni interloquiamo con le istituzioni convinte che per il paese sia necessario passare da singole misure standalone ad un piano strutturale pluriennale. In occasione del PNRR ci siamo quindi fatte portavoce di 3 priorità, previste poi dal piano, che riteniamo siamo alla base di qualsiasi reale cambiamento che non sia solo “pinkwashing”:

-  la applicazione del principio della valutazione di impatto di genere su ogni misura economico/sociale, a partire dai progetti del PNRR

-  la implementazione della certificazione di genere per qualsiasi azienda privata e pubblica con conseguenti possibilità di riconoscimento di premialità

-  la costruzione di una piattaforma di business intelligence per misurare i progressi del paese e monitorare l’efficacia delle misure implementate ai fini della riduzione del gap di genere.

Ancora poche sono le donne imprenditrici, in particolare quelle che scelgono di avventurarsi nella fondazione di una startup. Quali consigli daresti ad una donna che vorrebbe intraprendere questo percorso?

Darei gli stessi consigli che darei ad un uomo: assicurarsi di avere una idea di business che risolva un effettivo problema, costituire un team forte e diverso per esperienze e competenze, identificare degli sparring partner con cui confrontarsi e sfidarsi soprattutto agli inizi.

Forse l’unica cosa che aggiungerei di diverso è di non minimizzare il proprio progetto e di essere “bold”; troppo speso founder donne si presentano a potenziali investitori come se questi stessero facendo loro un favore nell’ ascoltarle e non invece che sono loro che stanno dando agli investitori una opportunità di business interessante.

Consigliera di Italian Angels for Growth, Champion di Rentuu, quale ruolo prevedi per le startup nella crescita economica del Paese?

L’economia italiana è sempre stata caratterizzata da una forte livello di imprenditorialità di successo; oggi le nuove tecnologie danno la possibilità di far crescere i propri business più velocemente anche ampliando il bacino geografico e questo significa più occupazione, il sostegno ad economie di filiera, più PIL per il Paese. Il mondo delle startup, che diventino unicorni o PMI di successo, rappresenta senza dubbio un contributo importante per il futuro di questo Paese.