18 dicembre 2023

Intervista a Letizia Mansutti - Un percorso tra medicina, innovazione e investimenti



Letizia Mansutti, italo-canadese, in Italian Angels da qualche anno, è laureata Medicina e Chirurgia, specialista in Oculistica, Master in Oftalmoplastica in Francia e in Medicina Estetica SMIEM-Agorà, nonché certificata in PNL.

Nel suo lavoro propone soluzioni innovative e sicure per valorizzare al massimo le persone. Conosciamola meglio.

Puoi raccontarci la tua esperienza professionale e come ti sei avvicinata al mondo degli investimenti?

Parallelamente al mio lavoro di medico, ho sempre sostenuto iniziative umanitarie, per cui posso dire che è radicata in me la filosofia del give-back.

Nel 2015 ho fondato una startup molto innovativa nel campo degli occhiali da vista, ma il progetto è naufragato perché non avevo preso in considerazione alcune variabili. Durante il lockdown sono entrata in contatto con il mondo dell’innovazione, che mi ha davvero entusiasmato. Ho percepito quanto fermento e quante creatività e determinazione ci siano nei giovani più visionari. La mia precedente avventura come startupper mi ha fatto capire quanto sia prezioso il mentoring, cioè la strategia, l’educazione valoriale e il creare rete per la crescita.

Aiutare giovani uomini e donne italiani, per dar loro la possibilità di incidere con le loro idee è per me molto gratificante. Mi ha dato infatti una straordinaria spinta, permettendomi di esprimere la mia natura più idealista e di sviluppare la mia capacità di problem-solving e di delega. Così ho avuto modo di dare struttura alla mia vocazione imprenditoriale, studiando alla Venture Academy, frequentando IAG e altre piattaforme che supportano startup in early stage, confrontandomi con altri angels e sviluppando pian piano una verticalità nel settore della salute e del benessere.

Non per niente il mio motto è: Passione - Innovazione – Sostenibilità

Nel tuo lavoro che coinvolge soluzioni mediche e chirurgiche innovative, come affronti la diversità di prospettive e aspettative dei pazienti provenienti da diverse sfere culturali, considerando anche il tuo background italo-canadese?

Guardandosi intorno, saltano all’occhio il degrado dell’ambiente, i problemi economici, le complicazioni burocratiche, nonché la natura umana depravata. Ma io sono sempre stata una ottimista e credo che ognuno di noi possa contribuire fortemente per un cambiamento della società attraverso l’etica, l’empatia ed il rispetto. Il Canada mi ha dato l’apertura mentale alle diverse culture e questo consente una visione più inclusiva, tant’è che ho due figlie adottive russe e due giovani rifugiati ucraini che hanno vissuto da me per oltre un anno.

Come medico, oltre ad essere sempre attenta alle tecnologie più all’avanguardia, invece che creare con il paziente un rapporto professionale e distaccato, cerco di instaurarne uno più diretto e di fiducia.

Come valuti l'importanza della diversità e dell'inclusione quando prendi in considerazione un investimento in una startup?

Io credo che la sopravvivenza del nostro pianeta non possa prescindere da una transizione verde che tutte le aziende devono fare. Come angel aiuto startup sostenibili e ad alto potenziale di sviluppo. Cerco persone visionarie, che si mettono a disposizione della comunità, aiutandola a soddisfare nuovi bisogni. Prendo in considerazione l’investimento se la startup ha modelli di business valoriali, governance trasparente e corretta, se si adopera per la decarbonizzazione, se ricerca non solo il profitto degli investitori, ma il benessere di tutti i soggetti coinvolti… e con visione a lungo termine. In particolare, come dicevo, sostengo aziende in campo health, wellness, nutrition e non profit.

Tra le tue esperienze anche quella in PNL e Real Result Coach. Come aiutare le persone a migliorare la gestione delle sfide esterne, creando impatti positivi su di loro e sul loro ambiente circostante?

Sono convinta che la guarigione non avvenga passivamente, ma attivando le proprie risorse interne. È essenziale spostare la nostra attenzione, consapevole ed inconsapevole, verso un obiettivo di salute. Ascoltando i bisogni dei pazienti, compresi quelli non esplicitati a parole, aumenta l’impatto clinico delle cure. E perché non sfruttarla per aiutare le persone ad aumentare il proprio benessere?

Il medico ha un ruolo autoritario e paterno, ma se è capace di creare empatia, mettendo le persone al centro, è gentile, altruista e compassionevole, può far si che i pazienti vogliano guarire e che in effetti guariscano. Lo constato ogni giorno. E se troviamo valore in ciò che facciamo possiamo impattare positivamente anche sulla nostra famiglia e sulla comunità.