27 ottobre 2023

Intervista a Nadia Sillano – L’energia di chi lavora con le startup



Nadia Sillano, laureata in Economia alla Bocconi, Senior Business Executive con oltre 20 anni di esperienza nel lancio di nuovi business/startup e di aziende strutturate, si definisce una persona dinamica, orientata ai risultati e con uno stile di leadership ispirazionale.

In IAG dal 2022, vanta una conoscenza approfondita del settore del recruiting, dell'e-commerce B2B e B2C, della second-hand economy, della sharing mobility, dell'industria della bellezza, dell'assistenza domiciliare, delle piccole e medie imprese. Tra le aziende per cui ha lavorato: eBay, Jobrapido, Treatwell, Ubeeqo, Subito.it e InfoJobs. Conosciamola meglio.

Puoi raccontarci la tua esperienza professionale e come ti sei avvicinata al mondo delle startup?

Nei primi anni dopo l’università ho lavorato per un’azienda di consulenza e ho seguito il progetto del primo supermercato online in Italia – per chi ha memoria storica, quello che poi è diventato volendo.com. Da lì, ho scoperto un forte interesse per le tecnologie digitali ed è stata proprio questa mia passione che mi ha portato verso le startup che nascevano nel mondo digitale proprio verso la fine degli anni ’90. Nel 2000, ho incontrato sulla mia strada eBay, in fase di lancio in Italia e sono salita su quel treno, vedendo l’azienda, nei successivi 8 anni, passare da una stanza in affitto con 5 sedie attorno a una grande scrivania, a un team organizzato con centinaia di persone, da un progetto completamente nuovo di mercato online, a un’interfaccia conosciuta e utilizzata da migliaia di privati e piccole aziende quotidianamente.

Colpita e affondata: l’energia che ho respirato in eBay e la soddisfazione di creare qualcosa di nuovo, mi ha fatto innamorare tanto che ho continuato su questa scia, unendomi ad altre startup, fino a lanciarne negli anni a seguire, alcune direttamente in prima persona.

Il minimo comune denominatore tra tutte le esperienze che hai fatto, riguarda il tuo entrare in azienda nel momento in cui questa nasce. Quali consigli, in qualità anche di business angel, daresti a chi sceglie di avviare un’impresa?

In base alla mia esperienza, ovviamente stante il prerequisito necessario di un’idea di business in un mercato grande e che risolva un problema al target a cui si rivolge, sono tre le caratteristiche principali che servono in una startup, e in particolare:

Metodologia: fondamentale la definizione e condivisione degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo. Questo è spesso sottovalutato e i founder si affidano alla trasmissione implicita delle informazioni, facendo affidamento sul numero iniziale limitato di persone coinvolte. Appena però le persone aumentano, senza un metodo di lavoro e di condivisione, si creano presto confusione e demotivazioni. Io ho spesso utilizzato con successo la metodologia OKR, tipica di molte aziende digitali, e quindi la raccomando volentieri alle startup che seguo, ma qualsiasi metodo va bene, pur che dia modo ai founder e al team di procedere allineati verso l’obiettivo comune.

I founder e il team: la scelta delle persone è critica in una startup. Servono persone con competenze e capacità complementari, non necessariamente i guru nel campo, ma che abbiano voglia di tirarsi su le maniche e fare succedere le cose e che credano nel progetto e nella sua visione.

Rapporto con gli investitori: gli investitori sono importanti e possono aiutare lo sviluppo della startup, ma deve essere condiviso in quali ambiti e con quale metodologia (no far west). Ad esempio, gli investitori possono segnalare contatti commerciali qualificati tramite file condivisi, dove potranno di rimando avere aggiornamenti dello stato del contatto.

Secondo i dati di Bloomberg’s 2022 Gender-Equality Index, in media, i consigli di amministrazione dei membri del GEI sono composti dal 31% di donne e il 72% delle aziende associate ha un Chief Diversity Officer o un dirigente con la responsabilità primaria della diversità e dell'inclusione. Quanto è importante il valore che la diversità porta al business e quali le sfide e le opportunità che il mondo del lavoro riserva alle donne?

Purtroppo, le aziende su questo punto hanno ancora molto da fare, come raccontano i numeri, in Italia più che in altri Paesi. Io sono stata una privilegiata sotto questo punto di vista, perché, lavorando spesso in contesti internazionali, ho avuto modo di confrontarmi con Board con esperienze e provenienze diversificate e che apprezzavano le diversità. Nonostante ciò, mi è capitato raramente di avere “capi donne”, e questo perché, nonostante la presenza nei Board, le donne ancora raramente ne sono il nr 1. È un’occasione persa, secondo me, per molte aziende, perché le donne, al pari degli uomini, possono essere professionalmente valide. Io non vedo grandi differenze di caratteristiche femminili o maschili, ma credo che la persona giusta, che sia donna o uomo, possa fare la differenza e tanto più essere aiutata da un Board e un insieme di collaboratori il più complementare possibile. La diversità è un valore proprio perché persone diverse sono complementari e portano esperienze, modi di pensare e idee diverse che fanno bene al business.

Tu sei vicina anche al tema della sostenibilità. Le startup europee stanno giocando un ruolo importante nella definizione di un nuovo tipo di sviluppo sostenibile, in linea con l’agenda 2030 delle Nazioni Unite. Cosa significa crescita sostenibile e come aiutare anche le startup ad accettare queste grandi sfide?

La crescita sostenibile è lo sviluppo economico, sociale ed ecologico definito in base alle esigenze delle generazioni attuali senza però pregiudicare lo sviluppo delle future generazioni. È un equilibrio necessario da trovare per garantire una società pacifica coabitante il nostro pianeta.

Le startup possono giocare un ruolo importante nel raggiungimento dei 17 obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, volti appunto a raggiungere uno sviluppo sostenibile. Ed è importante sostenerle e supportarle in questo sforzo, principalmente in due modi:

sensibilizzandole e formandole sui temi della sostenibilità, incitandole non soltanto a essere sostenibili, ma anche a rivolgere le loro stesse innovazioni alla sostenibilità, lavorando alle sfide stesse dell’agenda 2030. Sensibilizzazione e formazione sono una responsabilità anche di noi business angel!

con norme e incentivi finanziari dei governi che possano promuovere lo sviluppo sostenibile e l’avvicinamento delle startup alla tematica.

Non è una sfida facile, ma credo che le startup, più di altri attori possano giocare davvero un ruolo innovativo e importante per far sì di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.