29 settembre 2021

Ismail Gazarin: “Diversità e multiculturalismo: un'opportunità di crescita”



Ismail Gazarin, ingegnere, dopo 10 anni di esperienza in una multinazionale americana di IT e consulenza, nel 1999 ha co-fondato Eidosmedia, società nata per creare un sistema editoriale di nuova concezione (multi-channel enterprise content publishing platform), dove ha svolto il ruolo di Chief Technology and Product Officer occupandosi della concezione/progettazione e dello sviluppo dei prodotti della società sino al 2020. Negli ultimi anni nasce la sua passione per il mondo delle startup e la scelta di diventare business angel.

Qual è il tuo background e perché hai scelto di far parte di IAG?

Per parlare del mio background devo per forza partire dalla scuola tedesca DEO del Cairo dove ho imparato tutte le lingue che parlo oggi (salvo l’italiano che ho imparato successivamente quando mi sono trasferito in Italia), per poi passare ai miei ultimi anni di università quando studiavo ingegneria con il sogno di continuare i miei studi con un PHD presso una prestigiosa università americana. In parallelo, però, coltivavo anche un altro sogno, quello dello sport e più specificamente il Tennis - giocavo ad un livello quasi professionistico e facevo parte della squadra nazionale rappresentando il mio paese in diversi tornei e manifestazioni internazionali, e ovviamente sognavo di continuare a giocare.

Tuttavia, alla fine, il destino ha voluto che mi venisse presentata una ottima offerta di lavoro in una multinazionale americana a Milano, che poi ho finito per accettare. Per la verità, questa scelta del destino è stata spinta anche da ragioni sentimentali: mia moglie è italiana, ma ha sempre vissuto all'estero, e con questa scelta poteva tornare finalmente in Italia.

Il mio lavoro nella multinazionale americana mi ha formato professionalmente sotto ogni aspetto, sia dal punto di vista di processi aziendali che insegnandomi a relazionarmi in un mondo internazionale, multiculturale, e connesso.

Lì ho conosciuto anche i miei colleghi con i quali, successivamente, ho fondato la nostra società Eidosmedia poco prima dell’anno 2000 - il mondo del publishing stava cambiando radicalmente con il consolidamento delle piattaforme web e la nascita dei social media, e abbiamo intuito una opportunità per creare qualcosa di nuovo per servire questo mercato nascente.

La nostra idea innovativa si è mostrata molto valida e apprezzata dal mercato, e presto sono cominciati ad arrivare i primi successi rappresentati in contratti con le più prestigiose aziende editoriali prima in Italia, poi via via in tutta Europa, ed infine negli Stati Uniti, diventando di fatto leader mondiale in questo settore.

Per più di vent’anni ho guidato l’evoluzione dei prodotti della società per essere sempre allineati alle ultime tecnologie e per rispondere alle richieste del mondo publishing allargato ed in continua evoluzione. Inoltre, diversi adattamenti funzionali per estendere lo scope della soluzione hanno permesso alla nostra società di aggredire e affermarsi anche in nuovi mercati come i servizi finanziari, le grandi corporate, e le organizzazioni governative. Oggi, un sistema di ‘content management’ evoluto e di distribuzione dei contenuti sulle multicanalità è necessario per il successo di tante e diverse aziende.

E dunque, sono un imprenditore con esperienza internazionale, ma sono anche un software architect appassionato di tecnologia e di prodotti innovativi. Il mio avvicinamento a IAG nasce per coltivare entrambe le passioni: da un lato, mi permette di eseguire degli investimenti che un giorno spero portino a dei ritorni più alti rispetto ad un investimento classico, e dall’altro lato mi permette di stare al passo con l’innovazione e la tecnologica rimanendo in contatto con tante startup nascenti nei diversi settori, e confrontandomi con gli altri soci esperti di IAG. Inoltre, IAG mi permette anche di realizzare l’importante desiderio mio di ‘give back’ mettendo la mia esperienza imprenditoriale e tecnica a servizio dei giovani team e contribuire al loro successo.

Cosa apprezzi di più dei servizi offerti dalla vita associativa IAG?

In realtà, apprezzo tutto quello che offre IAG: la presenza attiva di imprenditori e manager di primo livello dai quali ho imparato tanto sul mondo degli investimenti in startup, l’organizzazione di seminari formativi e eventi di aggiornamento, la collaborazione con diversi incubatori e acceleratori, oltre alla qualità del team a supporto dei soci investitori.

Mi soffermo sul processo di selezione delle startup che apprezzo particolarmente: questo processo segue un percorso molto accurato - vengono presentati ai soci tante startup nei vari settori di innovazione, queste startup vengono visionate ed analizzate attentamente, e con il supporto dei soci con competenza specifica, vengono scelte solo quelle più promettenti per investirci. L'affidabilità di questo processo mi ha permesso di investire in settori fuori dalla mia ‘comfort zone’ affidandomi ai giudizi e al domain knowledge dei soci esperti in ciascuna materia.

Nato e vissuto al Cairo fino al 1985, quando ti sei trasferito a Milano per seguire la carriera professionale. Parli oltre all'arabo (tua lingua madre), tedesco, inglese, francese e italiano. Il multiculturalismo rappresenta un’opportunità di apprendimento e di innovazione. Quali, secondo te, i principali vantaggi/benefici per le startup e per le organizzazioni già consolidate, offerti dalla convivenza tra diverse culture?

Il mondo nel quale viviamo oggi e sempre più connesso e multiculturale, e il mio lavoro mi ha portato a lavorare in tanti paesi Europei, nel Medio Oriente, e negli Stati Uniti. La conoscenza della lingua del paese e delle sue tradizioni agevola, e di molto, l’interazione con tutti le controparti del paese in questione. Posso dire tranquillamente che in molti paesi, senza questa conoscenza, è praticamente impossibile promuovere il proprio prodotto in maniera efficace.

Credo fermamente che contesti multiculturali e che abbracciano la diversità in termini di provenienza geografica, genere, cultura, e formazione dei suoi dipendenti, diano l’opportunità di produrre output più ricchi ed articolati. In questi contesti aziendali, la vivacità e il confronto permettono di generare idee più creative, innovative, all’avanguardia, e sicuramente di grande potenziale di successo.

Questo è fondamentale, anche considerando che la maggioranza delle startup, oggi, per ottenere un successo rilevante e duraturo, deve per forza di cose rivolgersi ad un mercato globale che vada oltre il proprio paese di origine: il multiculturalismo, dunque, fornisce gli strumenti e la mentalità necessaria per operare in un contesto di business variegato ed internazionale.

Quali sono gli aspetti più importanti che in qualità di business angel valuti prima di investire in una startup?

In primis, ci deve essere un’idea di business innovativa che mi possa attrarre e convincere. Parallelamente però, valuto attentamente il team che dovrebbe realizzarla e la reale fattibilità del prodotto/servizio prospettato. La capacità di ‘execution’ di un'idea per me e quasi più importante dell'idea stessa - confesso che spesso mi immedesimo nelle vesti dei founder e penso come realizzare questa idea, e solo se la soluzione mi convince, procedo con l’investimento.

Il mio focus rimane comunque sul prodotto/servizio offerto dalla startup, convinto che una società con un buon prodotto e un team capace possa avere un ottimo futuro e dunque sempre un mercato di ‘exit’ attraente.

L’Angel Investing offre ai giovani meritevoli l’opportunità di diventare imprenditori, puoi raccontarci qualcosa dei team in cui hai creduto e scelto di investire?

Per rispondere, vorrei menzionare alcuni investimenti che ho fatto recentemente, tutti nascono da un'idea di business che mi ha convinto, ma soprattutto presentano un team determinato e capace di realizzarla.

Cubbit - è una startup che vuole rivoluzionare il mondo del cloud storage attraverso la creazione di un cloud distribuito che mette il focus sulla privacy e la sostenibilità. Si tratta di un'idea molto interessante che mi ha intrigato, e dopo che ho conosciuto il team dei founder ho deciso di investirci. I founder sono un team giovane molto vicini al mondo accademico dell'università di Bologna e sono dunque tecnicamente preparati per affrontare questa sfida. Sono anche un team affiatato e con ottime capacità di comunicare il loro progetto e trasmettere la loro passione e determinazione in maniera genuina ai potenziali investitori.

Futurely - offre un percorso digitale di orientamento che guida i ragazzi nella scelta universitaria e nella realizzazione del proprio futuro. Per la verità, più che per l’idea in sé, in questo caso la scelta di investirci è stata influenzata dal team dei founder che mi hanno impressionato per la preparazione accademica e professionale di altissimo livello, ma anche per la loro determinazione e passione per il progetto.

Fitprime - è una startup che opera nel mondo del fitness, il fondatore è un ex sportivo laureato nel settore del wellness e con esperienza manageriale in importanti centri sportivi, e dunque conosce perfettamente il mercato e le esigenze dei clienti ai quali si rivolge. Mi è bastato sentirlo raccontare dei servizi che offre la sua azienda e dei suoi piani per il futuro per convincermi ad investire.

Fido - è un'innovativa piattaforma di digital credit & risk scoring. In questo caso, la startup affronta un'esigenza molto attuale del mondo Fintech, e i founder sono delle persone molto esperte in questo settore e avevano le idee molto chiare sul come dare una risposta a questa esigenza. In più, i founder avevano anche un ottimo track record di startup riuscite sempre
nel settore dove opera questa nuova startup.

Riassumendo dico, in base anche alla mia esperienza personale, creare una startup di successo, oltre all’idea di business in sé, richiede un team con competenze e esperienze variegate che si completano, un team maturo, resiliente, e soprattutto committato e determinato all'ottenimento dei risultati. 

A cura di: Maria Cristina Mirabello, Communication Manager IAG