27 giugno 2021

Tommaso Galli Torrini: “L’investimento nelle startup richiede competenze multiple”



Laureato in Ingegneria Elettronica, energico, eclettico, naturalmente portato per la comunicazione, il marketing e il business development. Appassionato (e coinvolto in attività) di trading finanziario e investimenti immobiliari, Tommaso è socio IAG dal 2019. In questa intervista scopriremo di più sul suo background e la sua passione per l’innovazione.

Tommaso, siamo molto lieti di poterti intervistare. Sei tra i Business Angels più giovani all’interno del network. Perché hai scelto di aderire a Italian Angels for Growth?

In primis, grazie per l’intervista. Ho conosciuto IAG nel 2019 tramite uno degli attuali membri, mi ha colpito fin dall’inizio l’approccio molto serio e professionale dell’associazione. L’investimento nelle startup richiede, a mio giudizio, competenze multiple in una modalità equiparabile al crowdsourcing. Credo che questo tipo di approccio sia l’unico possibile in un contesto dove il processo di selezione delle opportunità di investimento e le stesse scelte di investimento riguardano startup di settori molto diversi tra loro: life science, deep tech, digital o fintech. E IAG incarna esattamente questo modello.

Qual è il tuo background? Come nasce la passione per il settore della comunicazione?

Sono laureato in ingegneria elettronica e per tanti anni mi sono occupato di sicurezza informatica lavorando in una società di consulenza IT. Nel 2015 ho scoperto il mondo del digital marketing e della comunicazione. Ho realizzato fin da subito che conoscenze e competenze in comunicazione e marketing sono fondamentali per lanciare e sviluppare adeguatamente qualsiasi tipo progetto. Da quel momento in poi non ho più lasciato questo mondo, continuando a formarmi costantemente e valorizzando il know-how acquisito per sfruttarlo poi nelle mie attività di investitore e imprenditore.

Sono passati due anni dal tuo ingresso all’interno di Italian Angels for Growth. Cosa apprezzi di più dei servizi offerti dalla vita associativa IAG?

Una delle cose che apprezzo di più di IAG è l’organizzazione dell’associazione. L’analisi delle startup ha un metodo di screening veramente efficace che porta a far contribuire tutti i soci in maniera organizzata, ognuno partecipando con il suo bagaglio culturale ed esperienziale, puntando ad arricchire ogni progetto con contenuti nuovi e versatili.

Quale secondo te il valore aggiunto dato dalla diversità di background ed expertise del network IAG per i founder delle startup? In quali startup hai deciso di investire?

Come accennavo in una delle domande precedenti, il valore aggiunto di IAG è proprio quello dato dalle diversità di background ed expertise e, tutti i founder delle startup, possono beneficiare sia di competenze verticali che più trasversali di tutti i membri dell’associazione.

Personalmente, ho già investito in 2 startup, Cubbit, di tipo tech, con un progetto molto promettente riguardante il cloud storage e Resalis che potrebbe rivoluzionare il mondo Health.

Quali secondo te i prossimi trend che influenzeranno le strategie comunicative di aziende consolidate e non, e quale consiglio daresti alle startup per migliorare il loro approccio comunicativo?

Ho svolto lavori di ufficio stampa per diverse associazioni e società ed è evidente che questo tipo di lavoro è cambiato moltissimo negli ultimi 5 anni. La comunicazione classica da ufficio stampa che cerca di far uscire “la notizia” sui giornali è in via di estinzione. Qualsiasi tipo di attività deve ormai possedere le competenze per comunicare sui social e non solo: la comunicazione sul web è ormai vitale e non valorizzarla correttamente a partire dal lancio sul mercato può lasciare tracce indelebili e irreversibili sui brand societari. Il web non dimentica, tutto rimane tracciato ed è quasi impossibile tornare indietro, soprattutto dagli errori grossolani.