27 aprile 2021

Alessandro J. Vescovi: “Entrare in IAG è stato un frullatore. Non volevo seguire un approccio homemade”



Alessandro J. Vescovi, uno dei business angels più giovani della community di Italian Angels for Growth, ci racconta del suo ingresso in IAG: entusiasmante nonostante la sua giovane età. Un esempio per le nuove generazioni che desiderano addentrarsi nel mondo startup.

Appassionato di innovazione, Alessandro è imprenditore nel settore marketing. In questa intervista scopriremo il suo background e cosa significa aderire ad un network di business angel.

Alessandro, siamo molto lieti di poterti intervistare. Rappresenti uno dei Business Angels più giovani all’interno del network. Perché hai scelto di aderire a Italian Angels for Growth?

Bella domanda, credo essenzialmente per due ragioni: la prima in quanto da sempre sono appassionato di marketing, innovazione, nuove tecnologie e investimenti. Quando finalmente è arrivato per me il momento di poter investire in questo settore, è stato naturale guardare a chi già lo faceva da tempo e con successo.

Non volevo seguire un approccio “homemade”, in quanto non lo trovo remunerativo e non solo in termini strettamente economici.

In secondo luogo, ho pensato che entrare in un network come IAG mi avrebbe permesso di avere l’occasione di confrontarmi con altri imprenditori, investitori e managers con più esperienza nei più svariati campi e così è stato.

Qual è il tuo background? C’è stato un evento significativo nel tuo percorso accademico e professionale che ti ha fatto appassionare al mondo startup?

Il mio background e la mia formazione sono cresciuti quasi esclusivamente con la pratica sul campo. Dopo aver completato una scuola superiore ad indirizzo tecnico, ho subito virato verso quella che era ed è tutt’ora una delle mie passioni e attività principali: il marketing.

Ho iniziato creando una piccola agenzia marketing generica. Durante la sua crescita, mi sono specializzato nel “marketing diretto”, ovvero il marketing basato sui numeri, che mi hanno aiutato a comprendere le metriche e i differenti approcci che stanno alla base dei modelli di business di successo delle varie aziende. Cosa funziona e cosa no.

Indiscutibilmente ogni buona idea deve ad un certo punto passare dal marketing e dai numeri, e averne una chiave di lettura mi entusiasma.

Nel corso degli anni, svolgendo questa attività, mi è poi capitato di entrare in contatto con diverse startup. Team con grandi idee, con voglia di crescere e fare bene le cose. Così più volte mi sono prestato a supportare queste realtà, sposandone l’idea tramite un accordo a performance, ancora, basato sui risultati.

Questo mi ha permesso di conoscere meglio il mondo delle startup, cogliendone caratteristiche uniche e opportunità.

Sono passati più di due anni dal tuo ingresso all’interno di Italian Angels for Growth. Quali
sono i valori che la community sta aggiungendo alla tua persona?

Entrare in IAG è stato un frullatore. Non saprei dirlo diversamente. Ho avuto l’opportunità di conoscere persone dai grandi valori e illuminanti, con cui ho condiviso alcuni momenti anche al di fuori delle “mura” dell’associazione. Ogni momento di condivisione, screening e vita dell’associazione è per me un momento di crescita.

In particolar modo mi entusiasma partecipare alle sessioni di screening in cui i soci si confrontano sui più differenti argomenti analizzando rischi e opportunità dei deal, condividendo le proprie esperienze. È un continuo spunto.

Questi spunti più volte mi hanno aiutato anche a sbloccare o prevenire momenti critici nelle mie aziende. Non posso che essere soddisfatto e suggerire la stessa esperienza a chi ricerca costantemente ambienti stimolanti.

Hai deciso di reinvestire i proventi delle tue attività in startup, come suddivideresti l’obiettivo speculativo dall’interesse a rimanere aggiornato sui trend dell’innovazione mondiali?

Trovo che entrambi gli obiettivi, grazie all’investimento in startup, possano convergere fino ad essere perfettamente complementari. Questo perché spesso il solo fatto di analizzare un nuovo investimento in startup, è allo stesso momento un’occasione per studiare, approfondire, scoprire e successivamente rimanere aggiornato su un nuovo mercato.

Quali settori vedi più caldi in tema di “necessità di disruption” in questo momento?

Sicuramente, influenzato da quella che è la mia attività e la mia giovane età, guardo con particolare interesse i settori concernenti il mondo della blockchain, cloud computing, cybersecurity, internet of things... Osservo soprattutto come questi possano arrivare ad innovare nonostante si inseriscano anche in settori storicamente più tradizionali.

Progetti per il futuro?

Tralasciando la crescita delle mie attività, sulle quali sono concentrati i miei principali sforzi, da alcune settimane ricopro il ruolo di amministratore delegato in un veicolo di investimenti in startup ‘101 holding’. Questa rappresenta una opportunità che mi permetterà di essere ancora più vicino e interno a questo a mondo. Sto poi pensando ad una nuova esperienza
internazionale... chissà!