12 settembre 2022

Donne e imprenditorialità: la storia di Futurely



Futurely è una startup che nasce nel 2019 dall’intuizione di due giovani e brillanti donne italiane, Elisa Piscitelli e Maria Paola Testa laureate in Ingegneria gestionale al politecnico di Milano, con un percorso all’estero. Sia Elisa sia Mariapaola hanno un comune denominatore: la passione sconfinata per le STEM e la formazione.

Nel 2021 l’incontro con i business angel di Italian Angels for Growth. Silvia Pugi e Diana Vaturi, Champion IAG per questo investimento, hanno scelto di affiancarle e supportarle in questo percorso.

Elisa Piscitelli

Cosa è Futurely e come nasce?

Futurely è una piattaforma digitale di corsi online personalizzati e gamificati che aiutano ragazzi e ragazze che terminano scuole medie e superiori a scegliere il proprio percorso di studi, l’università/ITS e il proprio futuro. I corsi sono fatti da ragazzi per ragazzi e massimizzano l’engagement degli studenti grazie al mix tra esercizi interattivi, video tutorial, video di esperti e incontri 1-1 con mentors e l’adattarsi dei contenuti sulla base delle risposte precedenti del singolo.

Futurely massimizza le 3C: consapevolezza, curiosità e coraggio, riducendo cambi di facoltà e atenei, l’abbandono scolastico e, di conseguenza, la disoccupazione.

Futurely è nata perché un paio di anni fa ho iniziato ad incontrare decine e decine di diciassettenni bloccati dalla paura di sbagliare scelta universitaria, soli, inconsapevoli delle tante opportunità formative e guidati da stereotipi. Io per prima ho vissuto tutto ciò sulla mia pelle.

Nel 2021 l’incontro con i business angel di IAG che scelgono di credere e investire nel vostro progetto. Quale valore riconosci a Silvia e Diana? Quanto è importante avere dei buoni investitori dalla propria parte?

Silvia e Diana sono fantastiche perché da un lato, con incontri mensili, ci danno il loro punto di vista esterno per quanto riguarda financials e metriche, facendoci notare tempestivamente punti di forza e miglioramento, dall’altro lato ci connettono con gli investors IAG e con i loro network personali aiutandoci soprattutto nella lead generation (B2B). È importante avere richieste di aiuto specifiche per i propri investitori, questo è il modo migliore per avere una risorsa in più per aumentare le probabilità di successo della startup.

Un giorno un amico che lavora con Elon Musk mi ha detto: “Se agli investitori chiedi solo di investire, chiedi troppo poco. Gli investitori sono parte del team, è importante selezionare quelli che possono aiutarti anche nello sviluppo del business”. Sono convinta che IAG, e in particolare Silvia e Diana, siano il tipo di investitori che tutte le startup italiane dovrebbero ricercare.

Secondo l’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata annualmente dalla associazione no-profit Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard, si è registrato un calo del 3% di studenti iscritti all'Università e l’Italia èpenultima in Europa per tasso di laureati. Come invertire questa tendenza e quali sono gli obiettivi futuri di Futurely?

Gli obiettivi di Futurely sono i seguenti

Ridurre cambi di facoltà e atenei dal 20% al 10%

Ridurre l’abbandono scolastico precoce dal 20% al 10%

Ridurre la disoccupazione, ad oggi del 9%

Abbiamo visto infatti che cambiare facoltà e ateneo, ritardando la laurea, e abbandonare gli studi dipende dal fatto che la motivazione alla base delle scelte prese sui percorsi di formazione non sia sufficientemente matura.

Non necessariamente vogliamo aumentare gli iscritti all’università e i laureati perché’ ci sono percorsi alternativi, come per esempio gli ITS, altrettanto validi. Vogliamo piuttosto che ciascuna ragazza e ciascun ragazzo scelgano serenamente e con audacia il proprio futuro.

Silvia Pugi

Manager con esperienza internazionale in marketing e vendite, in grandi aziende, startup, associazioni non profit. Angel investor eboard member. Oggi Head of Corporate Social Responsibility di Manageritalia. Come ti sei avvicinata al mondo dei business angel entrando a far parte di Italian Angels for Growth (IAG) nel 2019?

Nella mia carriera mi sono spesso trovata in situazioni di startup: sono stata uno dei primi dipendenti di Vodafone e poi di Fastweb, ho gestito turnaround di business unit e ho lavorato in una startup dove ero tra i founder. Trovo entusiasmante la creatività e l’energia che si respira nelle aziende giovani.

Al tempo stesso, lavorare a contatto con le startup è un’occasione di formazione continua, un modo per entrare in contatto con nuove tecnologie, nuovi modelli di business, nuovi trend.

Come nasce la scelta di supportare Elisa e Futurely nello sviluppo del loro progetto?

Nel mio lavoro mi occupo di sostenibilità e seguo vari progetti per i giovani e le scuole, così conosco bene quanto sia forte il bisogno al quale Futurely risponde: da un lato i ragazzi fanno fatica a scegliere quale percorso di studi intraprendere, dall’altro le aziende non trovano sul mercato le competenze che gli servono.

Futurely aiuta i ragazzi a scegliere con consapevolezza cosa “fare da grandi”, guidandoli verso percorsi di maggior soddisfazione personale e professionale. Famiglie e aziende ringraziano!

I soci IAG hanno co-investito in FUTURELY con Angels4Women. Un passo concreto a sostegno dell’imprenditoria femminile innovativa. Quali consigli daresti ad una donna che volesse intraprendere un percorso imprenditoriale all’insegna dell’innovazione?

A una donna che vuole creare un’azienda direi di farlo e basta. Imprenditoria ed innovazione non hanno sesso, ma solo merito: sarà il mercato a decidere se il business funziona o meno.

I numeri ci dicono che il mondo startup è ancora molto maschile, ma da quando IAG e A4W hanno acceso un cono di luce sulle startup con una presenza femminile tra i soci, abbiamo incontrato tante donne di talento.

Direi che Elisa, la fondatrice di Futurely, è un bel role model da seguire!

Diana Vaturi

Diana, tu sei socia maggioritaria e CEO di Bambinopoli, una delle prime startup digitali femminili fondata nel 2001 con un focus sul turismo ed esperienze per famiglie. In precedenza, hai lavorato per 10 anni in McKinsey e ancor prima in Pirelli. Quali sono i motivi che ti hanno spinto ad avvicinarti al mondo dei business angel entrando a far parte di Italian Angels nel 2020?

La verità è che sono sempre stata vicina al mondo delle start-up e in particolare a quelle legate alle nuove tecnologie, sin dalla nascita di Bambinopoli non riesco (e non posso) non restare al passo. Cambiano le professioni, cambia la scuola e con due figlie che sono entrate da qualche anno nel mondo del lavoro non potrei perdere contatto neanche se volessi!
Entrare in IAG mi ha permesso di avere un approccio più strutturato e approfondito al tema e, perché no, di dare un contributo sulle cose che conosco meglio grazie all’esperienza personale (in particolare nel mondo digital).

Quale valore riconosci a Elisa e al team di Futurely? Quanto è importante la capacità imprenditoriale dei fondatori per il successo di una startup?

Per il successo di una startup, oltre alle “buone idee” e alle competenze, ovviamente indispensabili, ci vuole qualcosa di intangibile, quello che in inglese si definisce drive, un misto di fede incrollabile in quello che si sta facendo, di perseveranza, di passione e ottimismo, di capacità di comunicare agli altri queste sensazioni. Ferme quindi restando le competenze necessarie (ma questo è un requisito che soddisfano quasi tutte le startup che arrivano alla fase finale di IAG), questi sono i plus che ho trovato in Elisa, per me indispensabili per il successo di una startup.

Secondo Confartigianato le donne italiane sono le più “intraprendenti” dell'Unione Europea: il Bel Paese conta 1,4 milioni di lavoratrici indipendenti ponendosi davanti a 1,2 milioni della Francia e a 1 solo milione di Germania e Spagna. Le donne imprenditrici non rappresentano più un'eccezione o c’è ancora tanto da fare in questa direzione?

No, non rappresentano più un’eccezione e questa è sicuramente una cosa positiva, diciamo il bicchiere mezzo pieno. Il bicchiere mezzo vuoto è il che il motivo per cui ci sono tante donne imprenditrici è perché spesso non hanno scelta se devono conciliare il lavoro con lo stile di vita, perché da un lato la mentalità aziendale in Italia non supporta abbastanza le donne che decidono di avere una famiglia e una carriera, dall’altro le infrastrutture pubbliche spesso carenti non consentono flessibilità sufficiente.